Spettacoli
       
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      KANSAS
       
      KANSAS di Enrico Fedrigoli
       
     

produzione Fanny & Alexander e Festival delle Colline Torinesi
in collaborazione con Santarcangelo Festival 2008
e Scuola Holden
col contributo di POGAS - Politiche Giovanili e Attività Sportive

ideazione Chiara Lagani e Luigi de Angelis
musiche Mirto Baliani
drammaturgia Chiara Lagani
costumi Chiara Lagani e Sofia Vannini con Marta Benini (sartoria) e Francesca Messori (tintura tessuti)
regia, scene, luci Luigi de Angelis

con Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Davide Sacco
macchinisti di scena Marco Cavalcoli, Marco Molduzzi, Davide Sacco

mappa del mondo di Oz Beatrice Pasquali
collezione del Museo Kansas a cura di Antonella Sbrilli
idioma della bussola Stefano Bartezzaghi

consulenza scenotecnica Massimo Paci
realizzazione scenotecnica Giovanni Cavalcoli, Nicola Fagnani (Opera Ovunque), Massimo Paci, con Marco Cavalcoli, Elisa Eusebi, Sara Masotti e Marco Molduzzi
catering Anna Ferrante Sacco, Anna Maria Bollettieri
promozione Valentina Ciampi, Marco Molduzzi
ufficio stampa Marco Molduzzi
logistica Sergio Carioli
amministrazione Marco Cavalcoli, Debora Pazienza

si ringraziano Clio Agrapidis, Stella Bottai, Federico Califano, Giovanni Cavalcoli, Nevia Donati, Damiano Gaudenzi, Helena Komulainen, Marco e Matteo Leoni, Marita Liulia, Camilla Lopez, Roberto Magnani, Loretta Masotti, Sara Masotti, Anna Merenda Somma, Alessandro Minguzzi, Riccardo Spirandelli, Silvia Veroli, Marisa Volpi
un grazie particolare a Beatrice Pasquali

       
     

Nel futuro farai un sogno Come se stessi dormendo Quando aprirai gli occhi
Ti troverai accanto Un volto familiare

5 DOROTHIES, 5 POSSIBILITÀ, 5 DECLINAZIONI DI UN UNICO DESIDERIO. DOROTHY STORM È UNA DONNA DELLE PULIZIE PIUTTOSTO VISIONARIA, DOROTHY GALE È UNA SIGNORA ELEGANTE CHE VISITA UN MUSEO E SI INNAMORA DI UN RITRATTO, DOROTEA TEMPESTA È UNA MASCHERA CHE REALIZZA IL SUO SOGNO SEGRETO, DOROTHEA È UNA PERFORMER CHE RIPETE OSSESSIVAMENTE UN PASSO ROTTO, DOT È UNA STUDENTESSA D’ARTE MIOPE E IN DIFFICOLTÀ, DOROTHY È DOROTHY E BASTA.

Da qualche parte al di là dell’arcobaleno c’è un paese che ho sognato

KANSAS È UNA GALLERIA D’ARTE DI SGUARDI PER CUI PROVARE NOSTALGIA, È LA PRATERIA ININTERROTTA DI UN RACCONTO, COLOR POLVERE STINTA. È UNA PREMESSA, UN RECESSO, UN RITORNO, UNA PARTENZA, UN INCIAMPO, UNA CREPA, UNA VERTIGINE, UNA SERIE DI TENTATIVI O METAMORFOSI. È UN LUOGO FERITO, UN MONDO DAL CUORE SELVAGGIO E INCOMPRENSIBILE.

A QUALE ALTRO LUOGO, A QUALE VIAGGIO POSSIBILE PRELUDE QUEST’INIZIALE INFINITA POSSIBILITÀ? COSA ACCADRÀ VERAMENTE A QUELLA DOROTHY, ATTRAVERSATA LA TEMPESTA, OVER THE RAINBOW DEL SUO IRRIMEDIABILE KANSAS?

Sinossi

Un’attrice è ossessionata dalla figura di Dorothy del film Il Mago di Oz del 1939 con Judy Garland. Ne indossa un costume simile. La scena è seppiata come nel film prima del ciclone: si tratta di una galleria d’arte con dei ritratti pittorici. I ritratti sono copie di ritratti femminili famosi della storia dell’arte, anch’essi seppiati. Oltre ai ritratti sono esposte anche due opere di Maurizio Cattelan, Him (l’Hitlerino inginocchiato) e Charlie don’t surf (un bambino seduto a un banco di scuola con le mani inchiodate da due matite al banco).
La scena è posizionata su dei carrelli che arrivano dallo sfondo, trainati, inizialmente, da un attore-servo di scena, animazione incubotica della statua di Cattelan Him, burattinaio del luogo, di cui si intuiscono i contorni tra un flash luminoso e l’altro. I carrelli avanzano come in effetto di messa a fuoco-zoom su 5 linee di binari, come in una stazione ferroviaria. L’attrice guarda i ritratti, 5 volte in 5 possibili rispecchiamenti, 5 piani sequenza. La figura è la stessa, l’attrice pure, ma cambiano in lei i dettagli, gli oggetti, il trucco, sempre fedelmente seppiati. Cambiano le sue reazioni emotive e così i contesti sonori attorno a lei, in cui è avvolta o che lei stessa produce. Il rapporto con gli sguardi dei ritratti le creano ferimenti interiori, sanguinamenti del naso, pubici. La scena muta a ogni variazione, i ritratti si animano in un movimento rotatorio sempre più veloce, un vero ciclone, fino a far perdere i propri contorni. Il ritmo segue un crescendo ondulatorio, come in un fenomeno sismico, di cui la musica è l’elemento trascinante secondo un movimento elastico, sempre da un interno a un esterno e viceversa. Il proprio ciclone-terremoto è l’occasione per Dorothy di aprirsi al mondo. Dorothy esce dall’opera, finalmente è lei stessa vestita a colori, attraversando una pioggia fine che investe tutta la scena, liberatoria. Esce da KANSAS. Il testimone passa allo spettatore, a lui tocca ora compiere il viaggio. Il primo incontro dello spettatore è con lo Spaventapasseri: animazione della statua di Cattelan, il piccolo Charlie, inchiodato al suo banco. Non più di spalle, gli sciorina la sua litania di indicazioni cardinali, geografiche, nel vuoto della scena ancora bagnata. Suo custode/Cerbero: un piccolo carro-armato telecomandabile...

       
     

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