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  Spettacoli
       
      Ada, cronaca familiare
      Ardis II
      scrabble for 6 players, pianoforte, ondes Martenot e macchine del suono
       
      Ardis II
       
     

ideazione: Chiara Lagani e Luigi de Angelis
regia, scene e luci: Luigi de Angelis
drammaturgia e costumi: Chiara Lagani
fotografie: Enrico Fedrigoli
macchine del suono: Mirto Baliani
immagini video: Zapruder Filmmakersgroup
effetti visuali: P-Bart
consulenza enigmistica: Stefano Bartezzaghi
con: Matteo Ramon Arevalos (pianoforte), Paola Baldini, Marco Cavalcoli, Luigi de Angelis, Chiara Lagani, Sara Masotti, Francesca Mazza, Bruno Perrault (ondes Martenot)
realizzazione scenotecnica: Giovanni Cavalcoli e Antonio Rinaldi, con Âniko Ferreira da Silva, Sara Masotti, Simone Gardini, Rosa Anna Rinaldi
sartoria: Laura Graziani Alta Moda
promozione: Sergio Carioli, Marco Molduzzi
cura e ufficio stampa: Marco Molduzzi
logistica: Sergio Carioli
amministrazione: Antonietta Sciancalepore, Marco Cavalcoli
produzione: Fanny & Alexander, KunstenFESTIVALdesArts, La Rose des Vents-Scène Nationale de Villeneuve d’Ascq, Festival delle Colline Torinesi, Espace Malraux-Scène Nationale de Chambéry et de la Savoie, col contributo di EniPower e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Si ringraziano Electa – Antichità di Maria Carla Costa, Modisteria Anna Maria, Tiro a Segno Nazionale Ravenna, Farmacia Dradi, Oddone Baroncini, Gerardo Gridelli, Nina Muffolini, Venerina e Adelmo Masotti, Loretta Masotti, Paula Noah de Angelis, Agnese Arevalos, Filippo Zanzani, Anna Maria Bollettieri, Elisabetta Rivalta.
Un ringraziamento speciale a Thierry Thomson.

I brani delle opere di Vladimir Nabokov sono riprodotti in accordo con The Vladimir Nabokov Estate, nella traduzione italiana di Margherita Crepax

I rebus sono utilizzati per gentile concessione de La Settimana Enigmistica - Copyright riservato

       
       
     

Ardis II è: un gioco di società, un gioco teatrale, un gioco di pazienza, un gioco di parole, un gioco d’azzardo, un gioco di scacchi attraverso il romanzo Ada, un gioco da bambini, un doppio gioco (gioco di enigmi, gioco di sogni). I giocatori (les acteurs, the players, gli attori) sono appassionati decifratori di enigmi, atleti (del gioco, del romanzo), sognatori (visionari, “viso in aria”).

L’oggetto del loro sogno non è che un’immagine come le altre. Il giocatore non si mette mai al suo posto, non la vive. Se la rappresenta solamente. Non gli trasmette sempre e necessariamente le informazioni di cui dispone e può tremare nel vedere questo fantasma, che lo rappresenta e in cui lui si identifica per una parte, avanzare imprudentemente verso un pericolo che sovrasta. Lo segue così come uno spettatore osserva a teatro gli eroi (Ada? Van?) mentre si accostano al sipario fatale dietro al quale è dissimulata la loro storia d’amore.

L’immagine del sogno è piena e vuota, è un enigma, un rebus. Quest’immagine dimora nello spettacolo, uno scintillio fuggitivo che continuamente appare e scompare. Quest’immagine si fa essenza. Il sognatore (uno spettatore?) presta la sua esistenza al suo simulacro, alla sua storia: da quel momento, bisogna pure che questo viva da qualche parte e in qualche modo.

Le immagini si dispongono in romanzi stravaganti (Ardis I? Ardis II?) ma non viene mai a mancare loro continuità.
Qui, allora, la questione vera è: qual è il criterio ordinatore dello spettacolo? Chi ci spiegherà che le immagini non si presentano invece in un perfetto disordine? Che si concatenano in storie e peripezie collegate…?

       
       
     

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