|  |  |  | DIALOGHETTO 
        IN VERSI TRA LO STATO E L'ARTE di Marco Martinelli   STATO Ah sì... sì... ora ricordo
 dica, dica pure...
 ARTE
 Io sono quella che quando ti alzi la mattina
 se n'è appena andata
 Io sono la tua ombra del giorno
 sono il fuoco del letamaio che non si spegne
 sono l'allevatore di tori
 il sussurro oltre lo specchio
 la scritta sul muro
 il campo che vomita luce
 sotto il sole di mezzogiorno
 sono l'inciampo
 il dettaglio irrilevante
 la polvere nell'ingranaggio
 la buccia che fa scivolare
 la povera canzonetta
 che ritorna
 Io sono una forza del Passato
 (per questo mi irridi)
 io sono quella che balbetta
 che ancora continua, balbettante
 ba-ba-ba-ba
 a decifrare i libri dei morti
 i libri oscuri e insensati
 che tu Stampi e Incensi e Releghi nei Musei
 i libri che non leggerai mai
 Io sono quella che tu credi morta
 (è bene che tu lo creda)
 merce tra le merci
 cosetta di poca importanza
 pazza, debole, ritardata
 (una miserabile in fondo!)
 una pratica da archiviare
 tra le tante
 del Sempiterno Ordine del Mondo
 io sono in movimento, corro
 corro sempre
 con la mia gambetta malata
 zoppico e corro
 e tu sei Stato
 Io sono l'adolescente serio che mi seppellirà
 e riderò, quel giorno
 accanto alla mia fossa.
 Silenzio.
 STATO
 Sì... bene, grazie.... può bastare.
 Avanti un altro!
   Ravenna, agosto 2002 |